Sistema Cardiovascolare

Pressione alta quando preoccuparsi? Cause e cosa fare subito

Pressione alta: quando preoccuparsi?

Avere la pressione alta mette in serio pericolo la salute del cuore e dei vasi sanguigni. Fortunatamente, molti dei fattori che possono promuoverla sono controllabili. Scopriamo quando preoccuparsi e cosa fare subito per riportare i valori entro livelli accettabili.

 È il problema cardiovascolare più diffuso al mondo. Tra i 30 e i 79 anni colpisce il 34% degli uomini e il 32% delle donne, ma non risparmia nemmeno persone più giovani. Stiamo parlando dell'ipertensione, una condizione che secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità interessa 1,28 miliardi di persone e che sembra destinata a colpirne sempre di più, con stime che prevedono 1,5 miliardi di ipertesi entro il 2025.

 Il problema con cui hanno (e avranno) a che fare tutte queste persone è l'aumento della forza esercitata dal sangue sulla parete delle loro arterie. Se eccessiva, questa pressione può danneggiare diversi tessuti e organi, scatenando problemi non solo a cuore e vasi, ma, per esempio, anche a reni e occhi.

 Non che ogni occhio rosso debba far scattare il campanello d'allarme per la pressione alta, ma alterazioni della vista potrebbero effettivamente essere associate a forme gravi di ipertensione, così come forti mal di testa, stati confusionali, perdite di sangue dal naso, nausea e vomito. C'è anche chi annovera tra i sintomi della pressione alta la stanchezza e una sensazione di debolezza generale, ma la verità è che nella stragrande maggioranza dei casi questa condizione non scatena alcun sintomo, tanto da essere considerata un “killer silenzioso”.

 Per questo è molto importante misurare regolarmente la pressione. Tutti avremmo dovuto cominciare a farlo 1 volta all'anno già a partire dai 18 anni. Trascurare questo controllo potrebbe costarci caro, facendoci ritrovare alle prese con problemi di salute di difficile gestione.

Pressione alta: le cause

A volte la pressione aumenta per fattori che sono al di fuori del nostro controllo. Per esempio, l'ipertensione è un problema più frequente in età più avanzate, perché invecchiando i vasi sanguigni perdono l'elasticità che, nei giovani, consente loro di gestire adeguatamente la pressione esercitata dal sangue sulle loro pareti. È però diverso essere un giovane uomo o una giovane donna; infatti, anche gli ormoni sessuali influenzano il rischio di pressione alta, proteggendo le donne. Proprio per questo prima dei cinquant'anni l'ipertensione è più frequente nella popolazione maschile; il rapido aumento della pressione che segue la menopausa fa però sì che la prevalenza dell'ipertensione diventi maggiore nelle donne al di sopra dei 65 anni.

 Nemmeno la familiarità è sotto il nostro controllo, mentre possiamo agire su altri fattori fra cui:

- l'eccesso di peso;

- il diabete;

- il fumo di tabacco;

- stress e ansia;

- il consumo eccessivo di alcolici;

- l'eccesso di sale nell'alimentazione.

Infine, l'ipertensione può essere dovuta alla presenza di altre patologie (malattie croniche renali, patologie del surrene, iperparatiroidismo, stenosi dell'arteria renale, apnee ostruttive del sonno) o all'assunzione di farmaci (per esempio medicinali contro l'emicrania o il raffreddore). La pressione alta può comparire anche in gravidanza, improvvisa; quando preoccuparsi? In questo caso, è sempre importante rivolgersi il prima possibile al proprio ginecologo.

Quando preoccuparsi per la pressione alta

È però necessario precisare che i valori da tenere in considerazione sono due:

- la pressione massima (o sistolica), che corrisponde alla forza esercitata dal sangue sulla parete delle arterie quando il cuore si contrae, spingendolo in circolo;

- la pressione minima (o diastolica), che corrisponde, invece, alla forza esercitata dal sangue sulla parete delle arterie quando il cuore si rilassa, tra un battito e l'altro.

Secondo la Società Europea di Cardiologia (European Society of Cardiology, ESC) la pressione è ottimale quando la massima è inferiore a 120 mmHg e la minima è inferiore a 80 mmHg, altrimenti si parla di:

- pressione normale, con massima tra 120 e 129 mmHg e/o minima tra 80 e 84 mmHg;

- pressione normale-alta, con massima tra 130 e 139 mmHg e/o minima tra 85 e 89 mmHg;

- ipertensione di grado 1, con massima tra 140 e 159 mmHg e/o minima tra 90 e 99 mmHg;

-  ipertensione di grado 2, con massima tra 160 e 179 mmHg e/o minima tra 100 e 109 mmHg;

- ipertensione di grado 3, con massima > 180 mmHg e/o minima > 110 mmHg.

Gli “e/o” di cui sopra ci dicono che la pressione può essere alta anche se solo la massima o solo la minima sono superiori ai limiti di riferimento. In particolare, sono possibili anche i casi di:

- ipertensione sistolica isolata, con massima > 140 mmHg e minima <90;

- ipertensione diastolica isolata, con massima < 140 e minima ≥ 90.

A loro volta, i casi di ipertensione isolata, sistolica o diastolica, possono presentarsi con diversi gradi (1, 2 o 3), a seconda dei valori più precisi di pressione alterata.

Potresti aver sentito dire che la pressione minima alta è più pericolosa, ma questo non è del tutto corretto. Da un lato, è vero che il rischio di ictus o coronaropatie fatali raddoppia ogni volta che la massima aumenta di 20 mmHg, mentre per avere lo stesso effetto basta un aumento della minima pari a 10 mmHg. Dall'altro, una volta compiuti i 50 anni, l'associazione con eventi cardiovascolari è più forte per la massima che per la minima. Per di più, mentre in passato alcuni studi avevano suggerito che la pressione minima alta fosse associata a un aumento del rischio cardiovascolare nei giovani, ricerche più recenti indicano che i rischi aumentano anche quando a essere alta è la massima. Inoltre, anche la pressione differenziale (o polso pressorio, cioè la differenza tra massima e minima) è associata a prognosi avverse, perché si tratta di un indice dell'aumento della rigidità delle arterie.

In generale, oggi si sa che la massima aumenta progressivamente con l'età, mentre la minima tende ad aumentare solo fino ai 50-60 anni, dopo i quali si assiste a una breve stabilizzazione cui fa seguito una lieve diminuzione, con conseguente aumento del polso pressorio.

Per capire quando (o meglio quanto) preoccuparsi a causa della pressione (minima o massima) alta bisogna però guardare anche ad altri aspetti oltre ai valori tali e quali, come lo stadio della malattia, determinato in base ai danni e alle patologie associate.

- L'ipertensione in stadio 1 non è complicata, cioè non è associata a danno d'organo o a malattie cardiovascolari, ma può essere associata a problemi ai reni in stadio 1 o 2.

- L'ipertensione di stadio 2 è associata a danno d'organo, diabete o problemi ai reni in stadio 3.

- L'ipertensione di stadio 3 è associata a patologie cardiovascolari o problemi ai reni in stadio 4 o 5.

Detto ciò, non c'è mai una buona ragione per sottovalutare la pressione alta. Infatti, la relazione tra pressione e salute cardiovascolare e renale è continua e i problemi possono comparire già quando la massima supera i 115 mmHg o la minima supera i 75 mmHg.

Pressione (minima o massima) alta, come abbassarla? Cosa fare subito

In alcuni casi per riportare nella norma la pressione è necessario assumere dei farmaci. È il medico a stabilire se si debba o meno ricorrere all'uso dei medicinali; resta comunque sempre necessario mettere mano sin da subito al proprio stile di vita, agendo sui fattori di rischio che possono aver contribuito all'aumento della pressione.

Chi fuma dovrebbe smettere; allo stesso tempo, è bene evitare gli eccessi di alcol. Per quanto riguarda, invece, l'alimentazione quotidiana, dare una stretta agli eccessi, preferibilmente abbinando la dieta a un'adeguata attività fisica, permette di perdere gli eventuali chili in più che possono promuovere l'aumento della pressione. Inoltre, è fondamentale limitare l'uso del sale da tavola e ridurre il consumo dei cibi che potrebbero far aumentare eccessivamente l'apporto quotidiano di sodio.

La lista degli alimenti da evitare per la pressione alta (o quantomeno limitare) include molti cibi in scatola, industriali e prodotti da forno, spesso ricchi di sale; il modo migliore per riconoscere quelli che ne contengono troppo è leggere le etichette: l'indicazione di quanto ne è presente è obbligatoria. Per lo stesso motivo è necessario limitare il consumo di carni lavorate, come i prosciutti; fra tutti, il crudo è particolarmente ricco di sale.

Gli alimenti che abbassano la pressione alta (o, meglio, che sono ingredienti ideali per un'alimentazione mirata a tenere sotto controllo la pressione) sono invece la frutta e la verdura fresca, ricche di potassio e di fibre, i cereali integrali, i legumi e la frutta secca. Meglio preferire il pesce, fonte di grassi Omega 3, alle carni (ricche di grassi saturi); infatti, agli Omega 3 di origine marina (EPA e DHA) è riconosciuta la capacità di contribuire a mantenere la pressione nella norma. E per condire gli alimenti? Anche contro la pressione alta è preferibile l'olio di oliva.

Gli integratori per la pressione alta

Infine, un aiuto in più quando non si è ancora in terapia con i farmaci può arrivare dagli integratori alimentari. Qual è il miglior prodotto da acquistare? Fra i principi attivi naturali per un integratore contro la pressione alta dall'efficacia dimostrata sono inclusi i già citati EPA e DHA; assunti al dosaggio di 3 grammi al giorno aiutano a riportare i valori nella norma.

Spesso viene proposto anche un integratore di magnesio, ma al momento l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) non autorizza ad affermare che questo minerale contribuisca a controllare la pressione alta.

Fonti:

Commissione Europea. EU Register of Helath Claims. Ultima visualizzazione 31/05/24

Mancia G et al. 2023 ESH Guidelines for the management of arterial hypertension The Task Force for the management of arterial hypertension of the European Society of Hypertension: Endorsed by the International Society of Hypertension (ISH) and the European Renal Association (ERA). Journal of Hypertension 41(12):p 1874-2071, December 2023. doi: 10.1097/HJH.0000000000003480

MedlinePlus. High blood pressure in adults – hypertension. Ultima visualizzazione 30/05/24